La croce brachiale nel Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga



Oggi parliamo di un simbolo che tutti conosciamo, la croce, di cui esiste una variante rarissima, presente solo in due affreschi qui in Italia: la croce "brachiale" o "vivente".

La croce è un simbolo di unificazione: può rappresentare la congiunzione tra i quattro punti cardinali e dunque l’orientamento, oppure il contatto tra cielo e terra, significato evocato soprattutto dalla cultura cristiana.
Il simbolo della croce, antichissimo e ricorrente in varie culture, assume varie forme. Le più note sono la croce greca e latina, usate anche per le piante di moltissime chiese.
Nella croce latina, l’asse verticale si interseca a due terzi dell’altezza con quello orizzontale. Richiamando lo strumento di tortura con il quale fu ucciso Cristo, ha assunto un significato particolare: l’asse verticale simboleggia le profonde radici della fede cristiana e allo stesso tempo richiama la speranza verso Dio. L’asse orizzontale sembra invece richiamare un abbraccio caritatevole esteso a tutta l’umanità.

Esiste una variante rarissima della croce latina. Si tratta della "croce brachiale", caratterizzata dalla presenza di braccia umane come estensione delle estremità.
In Italia possiamo trovarne esempi solo in due affreschi, a Bologna, nella cattedrale di San Petronio, e a Mondovì (Cuneo), nella chiesetta di Santa Croce.
Il motivo della rarità di questa immagine si deve al fatto che essa è legata ad un tema "scottante": il "Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga". Nella rappresentazione, le due braccia verticali aprono le porte del Paradiso e, probabilmente, quelle degli Inferi. Un braccio orizzontale incorona la Chiesa e l'altro decapita la Sinagoga che cavalca un caprone.
Il tema è in realtà molto antico, ma durante la Controriforma (XVI secolo) venne ritenuto antisemita, e questo portò alla sua cancellazione, tranne che in pochi casi.