Roma e le sue statue parlanti

La statua del "Facchino", in via Lata

Roma Città Eterna, dove anche statue la cui storia si perde nella notte dei tempi, vengono elevate a mito grazie all'affetto dei romani. 
E' quello che è accaduto a sei statue, di provenienza diversa e ormai dimenticata, opere d'arte senza memoria, diventate portavoci della satira romana. 


Passeggiando per i vicoli del centro, ci si può imbattere in una di queste statue "parlanti". 
La più famosa è il Pasquino, nella piazza che da questo prende il nome. Si tratta di una statua d'età ellenistica, a cui il tempo ha mutilato gli arti, eroso il volto e cancellato la storia. Dal 1500 è stata adottata dal popolo romano, che le ha affidato le invettive contro il sistema politico e contro il potere del Papato, scritte su fogli appesi alla base di marmo.

Il Pasquino trovò presto un fidato interlocutore, il Marforio, con cui si instaurò un rapporto di "scambio di battute". La statua, del I secolo, raffigura una divinità dell'acqua (forse Nettuno o il Tevere) e lo strano nome si deve forse ad una scritta, oggi scomparsa, che recitava "Mare in foro". 

Altra famosissima statua parlante è il Babuino, caro ai romani che gli dedicarono la via omonima, ma talmente brutto da essersi meritato questo nome. 
Le altre statue, il Facchino, l'Abate Luigi e la Lucrezia, sono dislocate per le suggestive vie del centro, e oggi non parlano più. 
Ma se passate dal Pasquino aguzzate la vista, sicuramente avrà qualcosa da dirvi!